Cagliari e Sulcis Iglesiente
La libertà sta arrivando
Veglia per il superamento dell’omotransbifobia 2022
22 maggio 2022
di ELIZABETH GREEN
In tempi difficili quando la stessa Europa sembra non essere in grado di mettere in pratica i propri valori di liberté, égalité e fraternité, sarebbe facile scoraggiarci. Eppure, noi – impegnati e impegnate nel ministero dello Spirito non ci perdiamo d’animo. “La sete di libertà rimane un elemento sovversivo che minaccia ogni tipo di repressione”
Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo, e questo tempio siete voi.
1 Cor 3,17
“Freedom, freedom is coming” – “Arriva la libertà” recita un canto sudafricano che a sua volta è basato su uno spiritual degli schiavi in America. Esprime la convinzione sia della popolazione nera del Sud Africa del Novecento sia dei neri negli Stati Uniti che Dio li avrebbe liberati come aveva liberato il popolo d’ Israele dalla schiavitù in Egitto. Quando troviamo nella Bibbia la parola libertà, essa ci riporta sempre a quel grande atto di liberazione che era l’Esodo. Liberazione che la modernità avrebbe poi incorporato nei suoi valori fondanti: liberté, égalité, fraternité
Perciò quando l’apostolo Paolo scrive “Ora il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito lì c’è libertà” ha in mente l’antica storia di Israele. Anzi, sta pensando proprio a quel Mosè che condusse il popolo fuori dall’Egitto di cui abbiamo sentito parlare alla presentazione del libro di Bertin. E da questo semplice richiamo all’Esodo possiamo imparare tre cose. In primo luogo, che la libertà è un atto, un dono di Dio. Mosè guidò il popolo fuori dall’Egitto ma fu Dio a rendere la fuga possibile. Desmond Tutu che è morto alla fine dell’anno scorso era l’arcivescovo anglicano di Città del Capo durante l’apartheid. Riflettendo sulle lotte condotte dal suo popolo, scrive “il motivo per cui ogni oppressione è destinata al fallimento è che siamo stati creati per essere liberi. La nostra libertà non proviene da alcun essere umano ma da Dio”.
È significativo che ogni volta che l’apostolo Paolo parla dello Spirito parla di libertà. “Voi siete stati chiamati a libertà”, “Noi siamo figli e figlie della donna libera” scrive ai Galati. Mentre ai Romani spiega come Lo Spirito fa gemere tutto il creato in attesa di entrare “nella gloriosa libertà dei figli e figlie di Dio”. Non la libertà di alcuni e non di altri, ma di tutti e di tutte. Non la libertà degli uomini ma non delle donne; non la libertà delle persone eterosessuali ma non delle persone omosessuali; non la libertà delle persone omosessuali ma non delle persone trans e via dicendo. Siamo stati creati tutti e tutte per essere liberi “il Signore è lo Spirito e dov’è c’è lo Spirito lì c’è libertà”.
La seconda cosa che possiamo imparare è, come scrive Tutu, che “la libertà è indivisibile, la stessa per tutti, comune a tutti”. Per lui che stava in Sudafrica in gioco non era solo la libertà dei neri ma anche la libertà dei bianchi. Fatto che il movimento delle donne ha sempre detto e che mercoledì Gabriele ha ripetuto nella sua presentazione, la libertà delle donne non può che portare alla libertà degli uomini, come la libertà delle persone omo- o bi- o transessuali comporta la vera libertà delle persone eterosessuali. In altre parole, per le scritture la libertà è intrinsecamente sociale.
Quando Israele lasciò l’Egitto la sua sete di libertà trascinò con sé “una folla di gente di ogni specie che salì con lui” e insieme avrebbero costruito una società che doveva aver un riguardo speciale per le persone a rischio di discriminazione, le vedove, gli orfani, gli stranieri. Togliere o ridurre la libertà dell’altro avrebbe intaccato la propria libertà. Perciò il riposo del sabato fu dato alla comunità tutta, Israeliti e no, liberi e schiavi, umani e animali “Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio steso”. “Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito lì c’è libertà”
Dio ci ha creati per la libertà, la libertà è un dono di Dio, dono creato, attivato dallo Spirito.” Il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà”. Ma in che modo lo Spirito crea libertà? Nel racconto dell’Esodo c’è una bell’immagine dello Spirito in forma di angelo, angelo che si confondo con la colonna di nube di giorno e la colonna di fuoco di notte che guidava il popolo. Che cosa fa questa misteriosa presenza? Da un lato tira, attirando il popolo col desiderio di libertà, ma dall’altro – mettendosi dietro il popolo in marcia, lo spinge in avanti. Ecco lo Spirito stando davanti ci tira verso la libertà, standoci dietro di noi ci spinge verso di lei. Ma lo Spirito non opera senza di noi. Ha i suoi ministri. “Siamo noi gli agenti che Dio utilizza per trasfigurare il mondo” dice Tutu mentre Paolo aggiunge “E noi tutti, a viso scoperto, siamo trasformati nella sua stessa immagine, secondo l’azione del Signore che è lo Spirito.
Liberati dallo Spirito che ci trasforma diventiamo agenti dello Spirito, persone attraverso le quali Dio cambia il mondo. Per condurre Israele fuori dalla schiavitù, si è servito di uomini e di donne come noi, i suoi agenti, Aronne, Miriam e Mosè. Se persino il loro ministero, “fu glorioso, dice Paolo, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito?” quanto più glorioso sarà il ministero di coloro impegnati a vivere in libertà e a creare le condizioni della libertà altrui!
Infatti, anche qui come altrove in un testo piuttosto complesso, Paolo contrasta la legge con il vangelo; la condanna con la giustizia, il vecchio col nuovo, il primo col dopo, la morte con la vita. Secondo questa prospettiva Mosè, che aveva condotto il popolo fuori dall’Egitto e aveva ricevuto i comandamenti da Dio su Sinai, è ministro della legge. La legge, però, secondo Paolo, non è in grado di liberarci, anzi ci rende di nuovo schiavi, schiavi delle sue aspettative, schiavi della nostra incapacità di aderirci. A volte anche noi pensiamo che una rigida aderenza agli stereotipi di genere e d’identità sessuale ci salverà! Se Mosè, dunque, era ministro di ciò che alla fine si è rivelato condanna e morte, Paolo, invece si considera ministro di un nuovo patto, non della lettera che uccide ma dello Spirito che vivifica. Vivifica perché ci rende liberi dalle catene della legge!
In questo quadro speranzoso non manca, però, una nota negativa: l’opposizione alla libertà di alcuni da parte di altri. In questo brano Paolo stesso si difende da coloro che ce l’avevano con lui e col suo ministero. Ogni volta che si muove, spinti dallo Spirito, verso la libertà, sorge una reazione contraria. La vediamo molto bene in quel tira e molla tra Mosè e il Faraone. Ogni volta che il Faraone decide che gli conviene far partire gli Israeliti, subito dopo cambia idea, e blocca la loro partenza. Quando, per esempio, la legge che doveva tutelare le persone omosessuali è arrivata in parlamento – com’è successo con i ddl Zan l’anno scorso – si è fatto di tutto per bocciarla. Conosciamo bene le forze nel nostro paese che sistematicamente mettono il bastone tra le ruote di coloro che cercano di attuare e proteggere la propria libertà e la libertà altrui, sia nel caso dei diritti delle persone lgbtqia+ sia nelle questioni di fine vita.
E così – scrive Tutu – coloro che anelano la libertà, i ministri dello Spirito, si sentono spesso vulnerabili e indifesi. “Tutto era oggettivamente contro di noi, scrive Tutu – le leggi, le detenzioni, i gas lacrimogeni, i massacri, le uccisioni di attivisti politici – ma invece di scoraggiarsi cantavano Freedom is coming. Perciò, scrive Paolo “avendo noi tale ministero in virtù della misericordia che ci è stata fatta, non ci perdiamo d’animo”.
Allora se “il Signore è lo Spirito e se dove c’è lo Spirito del Signore lì c’è libertà” nemmeno noi ci perdiamo d’animo. In tempi difficili quando la stessa Europa sembra non essere in grado di mettere in pratica i propri valori di liberté, égalité e fraternité, sarebbe facile scoraggiarci, sarebbe facile per chiese e associazioni già in difficoltà a causa della pandemia, di gettare la spugna. Eppure, noi – impegnati e impegnate nel ministero dello Spirito non ci perdiamo d’animo. “La sete di libertà rimane un elemento sovversivo che minaccia ogni tipo di repressione”. Ci ricorda Tutu. Freedom is coming. La libertà arriva. “La gente vi tende come le piante tendono alla luce all’acqua”.
La gente vi tende, e lo Spirito la crea perché “dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà” Amen.
Elizabeth Green
I due libri citati sono di Desmond Tutu, Anche Dio ha un sogno. Una speranza per il nostro tempo, 2004 e Gabriele Bertin, Mosè. Mito di un uomo, racconto di un maschio, 2021.
I have read your article carefully and I agree with you very much. So, do you allow me to do this? I want to share your article link to my website: gate io