Cagliari e Sulcis Iglesiente
La preghiera salverà il mondo
5 Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccaria, del turno di Abìa; sua moglie era discendente d’Aaronne e si chiamava Elisabetta. 6 Erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore. 7 Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, ed erano tutti e due in età avanzata.
8 Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell’ordine del suo turno, 9 secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo; 10 e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell’ora del profumo. 11 E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell’altare dei profumi. 12 Zaccaria lo vide e fu turbato e preso da spavento. 13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e gli porrai nome Giovanni. 14 Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita.
Luca 1,5-14
Seicento anni prima della nascita di Cristo, quando la distruzione di Gerusalemme ormai appariva certa, era nata tra i profeti l’idea che il Signore avrebbe risparmiato una piccola parte della popolazione. Così il profeta Sofonia dice “Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero che confiderà nel nome del Signore. Il resto di Israele”. Dio non ha mai bisogno di grandi numeri – anzi le sue promesse vengono rivolte a un “popolo umile e povero” ma col passare del tempo, dove troviamo questo popolo?
Lo troviamo proprio all’inizio del vangelo dove Luca si accinge a raccontarci la nascita di Gesù. In questi primi due capitoli Luca ci presenta alcuni personaggi che, a parte Maria, non figureranno più nel suo racconto: Zaccaria ed Elisabetta, Maria e Giuseppe, Simeone e Anna. Fanno parte del resto fedele che Dio aveva promesso di risparmiare e sul quale dipendeva la sorte del suo popolo.
Zaccaria ed Elisabetta, per esempio, erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore. Anche Maria è ben consapevole di essere di poco conto “L’anima mia magnifica il Signore, e lo Spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha guardato la bassezza della sua serva…ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili”. Simeone rappresenta in modo chiaro la vocazione del resto. Di lui si dice che “era giusto e timorato di Dio” e che aspettava la consolazione di Israele. All’inizio del suo vangelo, quindi, Luca ci mostra un piccolo gruppo di persone insignificanti, il resto di Israele che confidava in Dio e aspettava la redenzione del popolo.
Perciò quando si trovano coinvolti in una serie di eventi straordinari si rendono conto che, dopo tanti secoli di attesa, Dio sta adempiendo – proprio attraverso di loro – le sue promesse verso Israele. “Ha soccorso Israele, ricordandosi della sua misericordia di cui aveva parlato ai nostri padri verso Abramo e la sua discendenza per sempre”, dichiara Maria, mentre Zaccaria dice che Dio sta facendo esattamente come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti. Simeone e Anna, Maria e Giuseppe, Zaccaria e Elisabetta conoscevano le promesse che Dio aveva fatto al resto rimasto fedele al Signore. Non dovevano che aspettare che Dio compisse la sua parola e operasse la redenzione di Gerusalemme. Possiamo dire che vivevano l’avvento in prima persona, vivevano l’attesa di Natale letteralmente sulla propria pelle.
In che modo? Troviamo la risposta guardando l’ultimo personaggio che viene introdotto, l’anziana vedova Anna. (Vedete, in questo brano troviamo rappresentate tutte le età – giovani, adulti e anziani). Di Anna si legge che non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. In altre parole, il resto di Israele si trovava nel tempio a pregare. Sono in chiesa, vanno al culto. Ecco come inizia tutta la faccenda Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio nell’ordine del suo turno… gli toccò in sorte di entrare nel tempio del Signore per offrirvi il profumo. E poi leggiamo una cosa sorprendente “e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera all’ora del profumo”. Scopriamo che Zaccaria e le altre sono figure rappresentative di una realtà più ampia, il popolo che stava fuori in preghiera.
Per Luca, dunque, la storia di Natale inizia con Zaccaria nel tempio di Gerusalemme e finisce con Anna che dal tempio annuncia a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme la nascita del bambino. Quel bambino, poi, ormai cresciuto, scaccerà i mercanti dal tempio dicendo: La mia casa sarà una casa di preghiera. Eppure, quando Luca stava scrivendo già il tempio non era più. Era stato distrutto per l’ennesima volta. Gli ebrei non andavano più nel tempio bensì alla sinagoga mentre le prime comunità cristiane che cominciavano a formarsi si incontravano nelle case.
Non ci sorprende, dunque, se oltre al tempio anche la casa diventa per Luca luogo di preghiera. L’angelo si presenta in casa a Maria per informarla dello straordinario compito che le viene chiesto. Da lì la ragazza partirà per andare in casa di Zaccaria ed Elisabetta dove resterà tre mesi prima di tornare a casa sua. I cantici di lode, sia di Maria sia di Zaccaria vengono innalzati in un contesto domestico, indicando chiaramente che lo Spirito Santo non si limita ad agire nei locali di culto ma investe le persone che rendendosi disponibili a Dio, attendono in casa la sua venuta.
Se fate conto è esattamente ciò che succede il giorno della Pentecoste. Luca inizia il libro degli Atti nello stesso modo con un gruppo di persone, circa centoventi donne e uomini in attesa. Hanno ricevuto istruzioni precise da parte dal Signore di rimanere a Gerusalemme finché siate rivestiti di potenza dall’alto. E cosa fanno mentre aspettano? Salirono nella sala di sopra… tutti questi perseverarono concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria madre di Gesù e con i fratelli di lui. Sembra che Luca voglia dire che la vita del credente ha inizio nell’ attesa e che a caratterizzare l’attesa sia la preghiera.
Qualche anno fa abbiamo fatto lo studio biblico proprio sulla preghiera, usando come base delle nostre riflessioni il piccolo libro di Marguerat, La preghiera salverà il mondo. Sulla copertina egli scrive La preghiera serve a questo: lasciare che Dio venga in noi e opera in noi la sua salvezza. Pregare è vivere al suo cospetto, essere aperti a Lui. La preghiera è il “sì” rivolto a Dio che lo autorizza a trasformarmi. Esattamente come fece la giovane Maria Ecco io sono la serva del Signore, mi sia fatta secondo la tua parola. Zaccaria ed Elisabetta, Anna e Simeone, Maria e Giuseppe fanno parte del resto di Israele, un popolo umile e povero che lungo i secoli non ha cessato di confidare nel Signore. Sono donne e uomini, giovani e vecchi e vivono al cospetto di Dio sia in chiesa sia in casa. Sono aperti a Lui in modo che quando Dio li visita, sono pronti a riconoscerlo, sono pronti a dire “si” a Dio e al suo progetto. Sono pronti a lasciare che la propria vita sia radicalmente trasformata dal Suo Spirito. Sono pronti addirittura a portare Dio nel mondo mettendo la loro stessa esistenza al suo servizio, lasciando che Dio sconvolga le loro vite per adempiere le sue promesse di salvezza.
Le troviamo all’inizio del vangelo dove Luca ci racconta come Dio in Gesù ha visitato il popolo. Le troviamo all’inizio del libro degli Atti dove Luca ci racconta come i primi discepoli e discepole stavano aspettando la venuta dello Spirito. Le troviamo nel tempio come le troviamo in casa. Sono in attesa e sono in preghiera, aperti a Dio e alla sua parola. Questa domenica, la quarta di avvento, forse qualcuno o qualcuna di loro si trova anche tra di noi, pronte a lasciare sconvolgere la propria vita dal Dio che non smette mai di visitare il suo popolo. Per adempiere le sue promesse Dio non si serve né di grandi masse, né di persone importanti ma di individui che fanno parte di un resto povero e umile. Di giovani e di vecchi che a casa e in chiesa ascoltano la sua parola e si rendono disponibili al suo servizio. Possiamo essere tra di loro. Amen.
Elizabeth Green