Lo studio biblico di quest’anno

 

Lo studio biblico di quest’anno è una guida alla lettura dell’Antico testamento. Tema davvero difficile da approfondire. Ha bisogno di lunghe riflessioni e di letture. Questo è anche il motivo che spiega come l’impresa iniziata nel novembre dello scorso anno, ancora oggi (maggio 2021) non è ancora terminato.

Abbiamo affrontato innanzitutto una difficoltà generale. Il testo biblico è un testo composto da vari autori con teologie diverse che talvolta confliggono tra loro. La redazione che conosciamo è stata composta negli anni dell’esilio babilonese (VI secolo) e non racconta, come se fosse una cronaca, tutti i fatti accaduti al popolo di Dio nello sviluppo della sua storia. La redazione finale che noi leggiamo è il frutto di una scelta di eventi fondamentali a giudizio dei redattori. I vari scrittori hanno ordinato fatti disparati in un unico racconto perché solo così avrebbero potuto dare un senso alla loro storia, un significato teologico forte.

Qui possiamo semplicemente ricordare alcuni temi che sono stati oggetto di interesse e di discussione partecipata.

  • L’esodo dall’Egitto. L’esodo è un vero paradigma per la storia di tutta l’umanità. La vicenda dell’esodo e il libro biblico dell’Esodo sono uno di quei grandi momenti per cui la Bibbia è definita il Grande Codice della letteratura occidentale.
    Un popolo di schiavi, sofferente e oppresso, guarda a un possibile mondo migliore, la Terra promessa. In forza di questa visione cambia la realtà e si libera. Il percorso della sua liberazione è arduo (l’esperienza del deserto, lo scoraggiamento, la tentazione di preferire le sicurezze della antica schiavitù all’avventura della libertà). Ma alla fine un insieme disorganico di individui assume l’identità di popolo attraverso il Patto e le leggi che questo implica.
    In due puntate abbiamo approfondito il ruolo che il libro dell’Esodo ha ricoperto nella storia effettuale del mondo moderno, soprattutto nel Seicento e nel Settecento, con le rivoluzioni inglese e americana, e nella genesi e nello sviluppo della teologia battista.
    La conclusione che ci sentiamo di trarre da queste discussioni è quella che troviamo alla fine del libro di Michael Walzer, Esodo e rivoluzione: 1) dovunque noi siamo, probabilmente siamo in Egitto, 2) in questa condizione ci sostiene la speranza di un mondo diverso, 3) il cammino verso questo mondo nuovo avviene nel deserto.
  • Il sacro, il puro e l’impuro. Anche questo è un grande problema. Il sacro indica la distanza tra l’essere umano e Dio, una lontananza che si cerca di colmare attraverso l’osservanza di rigide regole di purità. Queste regole riguardano soprattutto i riti e i comportamenti esterni e visibili e tendono a preservare il popolo dai pericoli religiosi attraverso l’instaurazione di confini e separazioni. Rendersi puro attraverso la separazione dall’impuro. Un rigido confine all’interno dela persona e una separazione visibile del popolo d’Israele dagli altri popoli circostanti.
    Nella sua evoluzione il tema del puro e dell’impuro assume un significato più interiore e morale, avvicinandosi al concetto di colpa, di peccato e di responsabilità individuale. I rigidi confini della purità rituale diventano introspezione interiore delle persone assumendo una nuova dimensione più riflessiva e articolata.
    In ogni caso, quando le regole di purezza si scontrano con l’esigenza più profonda della giustizia che è problema storico, pratico ed esistenziale, l’Antico testamento propende per le ragioni della giustizia che sono superiori a quelle cultuali e rituali dello schema di purità.
  • La monarchia. La monarchia non è solo una istituzione politica. Nella Bibbia ha un significato teologico. Nel nostro studio abbiamo lavorato soprattutto sulla contrapposizione “razionalità formale e sincerità religiosa”. La cultura della monarchia impone la sistemazione razionale del potere, il rafforzamento dello stato centrale sulle periferie popolari, il confronto con gli altri stati della regione (è una globalizzazione culturale e commerciale, con tutte le insidie della contaminazione per un popolo religiosamente coeso). La cultura del popolo soprattutto contadino (e che vediamo rispecchiata nelle figure di Samuele, Elia, Eliseo, Micaia) è più nomade ed è caratterizzata da una fede più vissuta e immediata, meno preoccupata della ragion di stato, insomma più profetica.
  • Presenza di Dio nel mondo profano. Come si fa a proclamare la presenza di Dio in un mondo in cui anche gli eroi religiosi (Mosè, Giosuè, Davide) seguono comportamenti che ai nostri occhi sembrano inaccettabili e perversi? Dio è il signore di un popolo troppo profano.
    Il problema è destinato a restare aperto. La sensibilità etica, politica e religiosa che noi viviamo è davvero messa alla prova. Forse siamo chiamati a pensare che cosa significa l’affermazione di Lutero secondo cui sempre e in ogni modo l’individuo è allo stesso tempo peccatore e santo.
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2 commenti

  1. Certamente. Abbiamo tentato oggi (4 giugno 2021) di riassumere in forma più articolata i principali temi trattati. Ma la ricchezza del dibattito è stata decisamente più complessa di quanto appare in questa sintesi.

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