"Sei sempre in cerca di qualcosa"

 

19 Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei mandarono da Gerusalemme dei sacerdoti e dei Leviti per domandargli: «Tu chi sei?» 20 Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo».
21 Essi gli domandarono: «Chi sei dunque? Sei Elia?» Egli rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?» Egli rispose: «No». 22 Essi, dunque, gli dissero: «Chi sei? affinché diamo una risposta a quelli che ci hanno mandati. Che dici di te stesso?» 23 Egli disse: «Io sono la voce di uno che grida nel deserto:
“Raddrizzate la via del Signore”, come ha detto il profeta Isaia»

 

35 Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli; 36 e fissando lo sguardo su Gesù, che passava, disse: «Ecco l’Agnello di Dio!» 37 I suoi due discepoli, avendolo udito parlare, seguirono Gesù. 38 Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: «Che cercate?» Ed essi gli dissero: «Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?» 39 Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno. Era circa la decima ora.
40 Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù. 41 Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che, tradotto, vuol dire Cristo

Gv 1, 19-23, 35-41

 

         L’Epifania è appena passata. Quando noi abbiamo fatto la festa dell’albero, la cristianità orientale stava celebrando il Natale. Quest’anno sono le stesse chiese del Medio Oriente a preparare la SPUC e come linea guida alla settimana hanno scelto il versetto preso dalla visita dei magi: Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo.

         Il vangelo di Matteo, dunque, inizia con delle persone, dei saggi  o degli astrologi che sono in ricerca: dov’è il re dei Giudei che è nato? Per le chiese orientali, quindi, l’anno nuovo inizia con una ricerca guidata da una stella che brilla forte nel cielo. E così la domanda che vi faccio è, all’inizio di questo nuovo anno che cosa state cercando? Quale è la tua ricerca?

         Anche gli altri vangeli, e soprattutto quello di Giovanni, cominciano con una ricerca, con gente in ricerca. I magi sapevano di cercare un re e quindi è naturale che andassero a Gerusalemme dove stava il palazzo reale. Una volta scoperta che il re doveva nascere a Betlemme, però, ecco che la stella li portò al luogo dov’era il bambino. Il vangelo di Giovanni non sa nulla di questa storia e colloca l’inizio del vangelo in un altro luogo, in Betania di là dal Giordano. E cosa c’era di là dal Giordano? Il deserto. E questo è molto interessante. Ci indica che la ricerca comincia nel deserto. Ma nel deserto non c’è niente. Anzi le scritture ci insegnano che il deserto è il luogo della mancanza, dove non si trova niente né pane né acqua. Anzi, il deserto è il luogo della fuga, dove Dio portò il popolo scappando dall’Egitto.

         Quindi se noi fossimo alla ricerca di qualcosa che esulasse della vita quotidiana, che fosse di là del tran-tran dei nostri giorni, il posto da andare – se non ci troviamo già, è il deserto. Infatti, proprio all’epoca di Gesù diversi gruppi – gli esseni, i terapeuti e la comunità di Qumran si erano ritirati nel deserto in cerca di qualcosa.  Ed è lì che troviamo Giovanni Battista. Così da Gerusalemme mandano una delegazione di sacerdoti e di Leviti a chiedergli Tu chi sei? Egli confessò e non negò, IO non sono il Cristo. Chi sei dunque? insistettero, Io sono la voce di uno che grida nel deserto.

         Chi ha letto il vangelo dall’inizio sa chi è questa figura nel deserto, Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce ma venne per rendere testimonianza alla luce.  Abbiamo scoperto che se abbiamo bisogno di luce, allora siamo nelle tenebre. È vero, il deserto è il luogo della fuga e della mancanza (non c’è né acqua né pane) ma è anche il luogo della luce. Ed è lì che grida Giovanni. Chi era in ricerca andava nel deserto e trovava Giovanni che gridava Raddrizzate la strada del Signore. Nel suo bel libro A Tu per tu con il vangelo di Giovanni, Anna Maffei dice che questa frase di Isaia interpreta bene il compito di Giovanni. “Raddrizzare il sentiero significava togliere i sassi del cuore umano”.

         C’è un canto della vecchia raccolta. Cantiamo insieme compilata dal pastore Saverio Guarna che dice “Sei sempre in cerca di qualcosa, qualcosa che nel mondo buio non puoi trovare, e cerca ancora”. All’inizio di questo nuovo anno che cosa state cercando? Un buon posto per cercare è il deserto, una cosa buona da fare togliere i sassi dal nostro cuore. La gente, dunque, andava da Giovanni Battista, così altrove Gesù chiede Che cosa andaste a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma perché andaste?

         Continuando a percorrere questo capitolo scopriamo che anche Gesù andò nel deserto. Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui. Perché Gesù era andato nel deserto? Che cosa stava cercando? Gesù è andato nel deserto perché era alla ricerca di donne e uomini. Gesù è andato nel deserto per essere trovato da gente alla ricerca. Sono le due facce della stessa medaglia. C’è niente da fare; è dalla creazione del mondo che anche Dio è in ricerca. Dove sei? chiede alla prima creatura umana che si era nascosta nel giardino primordiale. Dio sta cercando proprio l’umanità così smarrita che si nasconde e non viene alla luce. Il buon pastore, però, non abbandona le pecore ma le raccoglie, andando persino nel deserto alla ricerca della pecora smarrita: Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto (Lc 19,10).

         Gesù va nel deserto perché sa che è nel deserto che si recano le persone alla ricerca di qualcosa.  Gesù, dunque si reca nel deserto per essere trovato. Vediamo che è proprio nel deserto che la ricerca divina e la ricerca umana s’incontrano. Dove Dio e l’umanità si trovano.  E tutto ciò è reso possibile da Giovanni che dice: Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. A questo punto Anna fa un’altra osservazione importante. “Dio ha bisogno di testimoni e non di protagonisti” E il testimone è colui o colei che si fa voce, e facendo voce adempie il compito della sua vita.

         Ecco, Giovanni si fa voce, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse ecco l’Agnello di Dio. I suoi due discepoli avendolo udito parlare, seguirono Gesù. Distolgono la loro attenzione da Giovanni e la rivolgono a Gesù. Una tappa della loro ricerca è stata completata, Giovanni ha svolto il suo compito e si fa da parte. Siamo arrivati al momento clou del brano, Gesù voltatosi, e osservando che lo seguivano domandò loro Che cercate?

         Con la sua domanda Gesù invita loro a guardare dentro sé stessi e a trovare le parole per rispondergli. Una volta che avete tolto i sassi dal vostro cuore, con che cosa volete riempire il vuoto?  Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità, dicono le scritture. È il pensiero dell’eternità che stiamo cercando, e come lo esprimeremo oggi nelle nostre parole? I due non sanno ancora esattamente che cosa o chi stanno cercando e così rispondono con un’altra domanda “Maestro, dove abiti?” È la stessa domanda dei magi che si erano recati a Gerusalemme, dov’è il re dei Giudei che è nato?

         Che cosa dimostra quella domanda? “Maestro dove abiti?”. Innanzitutto, che non avevano ancora le idee chiare, non sapevano bene nemmeno loro esattamente cosa cercassero, quale desiderio, quale mancanza li avesse spinti nel deserto. Come potevano sapere se non lo avevano ancora trovato? Poi, che non volevano che questo incontro con l’uomo indicato da Giovanni terminasse ma che si prolungasse, che una conversazione appena iniziata continuasse. Non rimangono delusi perché Gesù rivolge loro un invito, Venite e vedrete.

         I due discepoli non perdono tempo, Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno. Esattamente come i magi che avendo udito il re partirono e seguirono la stella che giunta al luogo dov’era il bambino vi si fermò sopra… Entrati nella casa videro il bambino. Oppure come i pastori che ricevuto il segno dagli angeli andarono e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia, e vedutolo… In tutte queste frasi c’è il verbo vedere. Vedere che vuole dire convincersi, conoscere, riconoscere, rendersi conto, comprendere, capire. Videro dove abitava e stettero con lui quel giorno.

         Ma anche la parola abitare non è come sembra. Certo la casa di ciascuno e ciascuna di noi dice qualcosa su chi ci abita. Ma ai discepoli non interessavano sicuramente i mobili di Gesù. Piuttosto vogliono vedere con che cosa si circondava Gesù. Quale fosse il suo ambito naturale Che cosa gli permetteva di vivere e sopravvivere in un mondo ostile e crudele. Dove aveva messo le sue radici. Che cosa gli forniva rifugio e gli garantiva nutrimento. Ecco cosa volevano scoprire i discepoli, il segreto, se volete della sua esistenza.

          Al capitolo 15 Gesù userà lo stesso verbo per descrivere la relazione tra lui e Dio e tra lui e suoi discepoli: Dimorate in me e io dimorerò in voi… come il Padre mi ha amato, così anche io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Gesù invita i discepoli ad abitare in lui, a fare di lui il luogo dove abitare e ad affondare le loro radici nel suo amore, motore dell’esistenza, l’unica cosa che fa girare il mondo nel verso giusto, che guarisce e rappacifica, che riempie i cuori da dove sono stati tolti i sassi.

         Giovanni ci informa dell’ora e della durata della visita ma non dice come passavano il tempo.  O meglio, dice che stettero con lui. La parola, però è sempre la stessa vivere, dimorare. Dimoravano con Gesù, imparavano a dimorare con lui, Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi… colui o colei che dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. Adesso hanno capito, adesso hanno compreso il vuoto che li aveva spinto nel deserto alla ricerca. Adesso comprendono perché sono nel mondo, la loro vita ha acquisito un senso, la loro vita una direzione. Ecco il segreto dell’esistenza umana. Ecco ciò che cercavano.

         Non vanno più nel deserto. Il canto che ho citato prima prosegue “Io ho trovato Dio e il suo amore è luce, fa sorger dentro me un’alba nuova.” Un’alba nuova per un anno nuovo.” Così Andrea, che era uno dei due che avevano seguito Gesù andò per primo a trovare suo fratello Simone e gli disse: Abbiamo trovato il Messia. Hanno trovato cosa cercavano e hanno trovato le parole per dirlo.  Ai sacerdoti e ai Leviti venuti da Gerusalemme Giovanni aveva detto chiaro a tondo che lui non era il Cristo ovvero il Messia.  Ma loro non erano alla ricerca di niente, dovevano solo dare una risposta a coloro che li avevano mandati.

         Per coloro che avevano ascoltato la voce di Giovanni, invece, e che erano andati a vedere dove abitava Gesù e avevano abitato pur con lui la ricerca era finita. Avevano trovato ciò che cercava e dovevano diventare a loro volta voce. Ogni volta capiscono qualcosa in più: Prima dicono Abbiamo trovato il Messia e poi Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti. Gesù di Nazaret, figlio di Giuseppe.

         La loro ricerca è terminata, Sono andati nel deserto dove hanno trovato Gesù e Gesù ha trovato loro. Ma La loro ricerca è davvero terminata o non è piuttosto appena cominciata? Siamo solo all’inizio del vangelo, dove li porterà questa nuova avventura?

         E noi, cosa stiamo cercando all’inizio di questo nuovo anno? I nostri cuori sono pronti o vi è ancora qualche sassolino da togliere? Che cosa cercate? Alla domanda dei discepoli Dove abiti? Gesù risponde con un invito, venite e vedete. È lo stesso invito che rivolge a ciascuno e ciascuna di noi all’inizio di questo anno. Nel deserto la nostra ricerca “di quel qualcosa che nel mondo buio non possiamo trovare” incontra la ricerca del Dio che ancora oggi chiede a donne e uomini impauriti “dove sei?” Se accettiamo il suo invito, se andiamo a vedere dove abita, se stiamo con lui allora sorgerà anche per noi, all’inizio di questo anno, un’alba nuova.

Elizabeth Green

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