Marco 7, 24-3o

24 Poi Gesù partì di là e se ne andò verso la regione di Tiro. Entrò in una casa e non voleva farlo sapere a nessuno; ma non poté restare nascosto, 25 anzi subito, una donna la cui bambina aveva uno spirito immondo, avendo udito parlare di lui, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Quella donna era pagana, sirofenicia di nascita; e lo pregava di scacciare il demonio da sua figlia. 27 Gesù le disse: «Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». 28 «Sì, Signore», ella rispose, «ma i cagnolini, sotto la tavola, mangiano le briciole dei figli». 29 E Gesù le disse: «Per questa parola, va’, il demonio è uscito da tua figlia». 30 La donna, tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto: il demonio era uscito da lei.

 

Ogni volta che venite al culto, fate una scelta. Varcate fisicamente la soglia dei locali sui quali sono scritte le parole “Chiesa cristiana evangelica”. Facendo così, avete escluso altre opzioni , andare in spiaggia, per esempio, o al centro commerciale. Avete scelto invece di venire in un luogo che si descrive come “chiesa”. Avete scelto, di dedicarvi a un’attivita di stampo religioso, che ha a che fare con Dio. Tuttavia non siete venuti a un tempio o una moschea o una sinagoga ma a una “chiesa cristiana”. La parola “cristiana” indica che qui non si ha a che fare con Allah o Krishnah ma col Dio che si è rivelato in Cristo Gesù. Entrando in una chiesa cristiana avete escluso la possibilità di trovarvi in un assemblea buddista, per esempio.

Tuttavia, ci sono tante chiese a Cagliari o a Carbonia e molto più vicine a casa vostra, eppure le avete escluse. Perché? Perché sono per la maggior parte cattoliche. Quindi decidendo di varcare la soglia di questo preciso edificio avete escluso – almeno in questo momento – altre forme di cristianesimo. Potremmo anche dire che il protestantesimo nasce da una scelta di questo genere, quando davanti al Papa Lutero diceva, “la mia coscienza è vincolata dalla parola di Dio. Non posso né voglio ritrattare niente perché non è giusto né salutare andare contro coscienza. Dio mi aiuti.” Basando la sua fede unicamente su Cristo, sulla scrittura, sulla fede, e sulla grazia Lutero escludeva una serie di altre possibilità allora e ora in voga. Che cosa sto decidendo? Che ogni scelta che facciamo consiste in una affermazione positiva (compero questo e non quel vestito, prendo la Porsche e non la Ferrari) e allo stesso tempo esclude altre possibilità.

Alla luce di queste considerazioni guardiamo l’episodio della donna sirofenicia. Anche lei fa una scelta. Anche lei varca la soglia di una casa. Su quella casa non c’era scritto niente perché chi stava dentro “non voleva farlo sapere a nessuno; ma non poté restare nascosto”. La donna, pur pagana, cioè non ebrea bensì sirofenicia di nascita, ha fatto una scelta. La sua scelta è dettata dalla necessità di trovare una cura per sua figlia malata, posseduta come dice il testo da uno spirito immondo. Recandosi da Gesù ha escluso anche lei altre possibilità. Ovvero non è andata dal medico, né si è prostrata davanti alle divinità del suo popolo. Arriva da Gesù “e lo pregava di scacciare il demonio da sua figlia”.

La donna aveva sentito parlare di Gesù, dei miracoli e degli esorcismi che aveva fatto e perciò è convinta che Gesù è in grado di guarire la sua bambina. E’ convinta anche di un’altra cosa, ovvero che Gesù l’accoglierà, la riceverà, non la escluderà ma risponderà alla sua richiesta. E’ convinta, dunque – da quello che ha sentito – di trovare un’accoglienza presso Gesù. La risposta di Gesù, dunque, arriva come una doccia fredda “Lascia che prima siano saziati i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”. E’ possibile che colui che era andato in tutti i villaggi della Galilea guarendo e cacciando i demoni abbia risposto così?

Ebbene sì.

Notate che non si tratta di un’esclusione definitiva dei pagani da ciò che Gesù ha da offrire. Ma c’è un ordine da rispettare. I figli ovviamente sono i membri dei popoli di Israele e loro devono saziarsi prima, “la salvezza viene dai Giudei” Gesù avrebbe detto altrove. Sembra dunque che Gesù abbia delle priorità, della serie “prima gli italiani”.

 

E’ una risposta che le chiese usano spesso quando si tratta di includere persone a loro non gradite per un motivo o un’altro. Non ora. E’ troppo presto. Le chiese non sono pronte. Quante volte ho sentito questo ragionamento riferito alle persone omosessuali! Ma la figlia della donna sirofenicia è ammalata, soffre. Lei non può aspettare. Non ha tempo da perdere. E così insiste: “Sì Signore, ma i cagnolini, sotto la tavola, mangiano le briciole dei figli”. A prima vista la sua risposta può sembrare troppo accondiscendente. Infatti, lei non mette in questione la logica di Gesù, della divisione tra figli (Israele) e cani (i pagani). A guardarla bene, però, va al nocciolo della questione. E poiché questa è una questione che continua a agitare le chiese e anche l’Unione battista, è bene esaminarla con attenzione. E il nocciolo della questione è questo: c’è abbastanza pane per tutti.

Di che cosa dovevano saziarsi i figli? Del vangelo, della grazia, dell’amore e della misericordia di Dio. Della cura di Dio verso l’umanità. Ricordiamo le parole dell’apostolo Paolo: “dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata”. Gesù vuole forse porre limiti alla grazia di Dio? Gesù, con il suo ordine del giorno del prima e del dopo, vuole escludere alcuni dalla grazia divina?

Vedete che la risposta della donna è una risposta che va al cuore della questione, non sta lì a dibattere questioni di inclusione e d’esclusione, della ricchezza delle differenze e di quanto lei, come straniera ha da contribuire alla comunità di Israele o roba del genere. Dice semplicemente che  c’è pane per tutti e che i cani sotto la tavola stanno già mangiando le briciole dei figli. Sta già avvenendo ciò che lei richiede. Gesù si vuole svegliare? Vuole smettere di tergiversare?

Questa donna come sa che c’è pane per tutti? Beh, forse perché le era anche giunta notizia di come Gesù aveva moltiplicato i pani nel deserto, di come aveva dato da mangiare a cinquemila persone e come furono tutti sazi ed erano rimasti dodici ceste piene di pezzi di pane. In questo caso le briciole rimaste erano state raccolte, bastavano e avanzavano come la grazia divina.

“Per questa parola” dice Gesù, và il demonio è uscito da tua figlia. E’ in base al ragionamento portato dalla donna che Gesù cambia idea e, a distanza, guarisce sua figlia. Questa, care sorelle e cari fratelli, è l’unica istanza nel vangelo in cui Gesù cambia idea. In cui il suo rifiuto di fare un miracolo viene capovolto dalla parola di qualcuno. Non è un caso che questo cambio di idea da parte di Gesù abbia a che fare con chi è incluso e chi è escluso dalla grazia di Dio. Gesù, in parte a causa della sua comprensione del ruolo di Israele nella storia di salvezza e in parte a causa dei pregiudizi che condivideva con i suoi connazionali, non avrebbe accolto la supplica della donna in quanto pagana. Anzi l’avrebbe eventualmente rimandata a tempi propizi (che come sappiamo non arrivano mai) ma la donna riesce a fargli vedere ciò che sta al cuore del vangelo: la grazia sovrabbondante di Dio. C’è pane per tutti.

Il vangelo di Marco viene formato quando i primi cristiani di origine ebraica stanno ancora discutendo l’inclusione o meno dei popoli pagani nella chiesa che si sta formando. Possiamo comprendere quanto doveva essere importante questo episodio nel ribadire le basi teologiche di quell’inclusione attribuendole direttamente al Signore Gesù “per questa parola” e riportando l’episodio in tutti i tre vangeli sinottici. L’esclusione di persone dalla piena partecipazione nella comunità cristiana in base al colore della pelle, del genere, dell’orientamento sessuale ha una lunga storia nelle chiese che non hanno ancora imparato la lezione che Gesù e la donna ci impartiscono. E continua a tormentare le chiese battiste anche nel nostro paese.

 

La risposta al dilemma non può che essere quella attivata in questo episodio. Notate che la donna non fa appello alla libertà di coscienza così amata dalla nostra tradizione, non fa appello al fatto che le differenze sono un arricchimento, non fa appello al rispetto e alla tolleranza. Non cerca di tenere insieme capre e cavoli (o, se vogliamo, una diversità di posizioni teologiche e etiche). Al contrario! Fa appello all’unica cosa che ci deve importare, c’è pane per tutti, dove il peccato e le divisioni abbondano la grazia divina sovrabbonda, l’amore di Dio si moltiplica, basta e avanza. Infatti, come per sottolineare questa verità, subito dopo Gesù compie una seconda moltiplicazione dei pani “tutti mangiarono e furono saziati; e dei pezzi avanzati si raccolsero sette panieri”.

Questo è il vangelo che predichiamo. Perciò quando varchiamo la soglia dei locali recando lo scritto “chiesa cristiana evangelica”, stiamo schierandoci. Stiamo faccendo una scelta. E paradossalmente quella scelta, come abbiamo visto all’inizio, esclude altre scelte, esclude altre possibilità. Siamo venute in chiesa, non in spiaggia o al supermercato. Senza pronunciarci sulla validità o verità di altre scelte, qui si annuncia il Dio  che si è rivelato in Gesù Cristo. E’ una chiesa “evangelica” e quindi ci si aspetta che si attienga al vangelo, al sola scriptura del protestantesimo. Non stiamo dicendo che il vangelo non si trovi altrove ma stiamo dicendo che qui il vangelo si trova in questa forma, come?

Come Gesù che è in grado di ascoltare le parole di una donna pagana. La cosa straordinaria di questo episodio, l’unico del suo genere nei vangeli, è che l’unico a convertirsi, a cambiare idea è Gesù. E Gesù si converte (passatemi la parola) in risposta alla parola di una donna pagana “Si, Signore, ma i cagnolini, sotto la tavola, mangiano le briciole dei figli”. La grazia divina – dice – annunciata e praticata da Gesù è come il pane e i pesci che lui poco prima aveva moltipicato per saziare una folla affamata nel deserto. Basta e avanza. Gesù fu talmente convinto da queste parole che disse “il demonio è uscito da tua figlia”. E forse fu grazie a questo episodio che in un altro vangelo Gesù dichiara “Ho anche altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce e vi sarà un solo gregge e un solo pastore”.

Questa è la scelta che si fa varcando la soglia di questi locali, a favore dell’abbondanza della grazia di Dio che raggiunge indistintamente tutti e tutte. Facendo questa scelta, consapevoli ovviamente che ad essere i cani che mangiano le briciole, siamo noi stessi e noi stesse, escludiamo per forza altre opzioni che tentennano, tergiversano o propongono soluzioni di comodo per limitare l’amore e la grazia di Dio che non solo abbonda ma sovrabbonda e vuole raggiungere tutti e tutte con nuova vita.

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